Bambini e videogiochi come regolarsi

Il gioco dei tre tablet

Bambini e videogiochi. Tempo libero e attrazione fatale da tecnologia.  Applicazioni  su tablet e telefono cellulare. C’è il gioco con l’omino che corre e deve evitare i treni, quello che ti tiene legato, lontano e vicino, ai compagni di scuola nello stesso clan, quello ipnotico con cui si costruisce una vita virtuale con mille dettagli, ma senza forme tonde.

 

Bambini e videogiochi

Eccolo, il digitale a portata di bambini. Una tata senza orari, silenziosa e sempre presente che mi dà una mano se devo lavorare o se non c’è nient’altro che in questo momento li interessa. Anche voi, gemelli, fratello e sorella, non siete immuni. E così, nonostante tutte le mie resistenze, mi tocca vedervi sul divano, vicini vicini che magari usate la stessa applicazione con due tablet diversi. Oppure giochi diversi, a turno, con lo stesso tablet se in quel momento vi va di condividere.

 

Stabilire regole condivise

Che faccio? In fondo ve li abbiamo regalati noi adulti questi benedetti tablet. Prima, uno già utilizzato da me, poi, per un’occasione importante, due modelli nuovi. Ma vorrei che li usaste poco, magari sempre quando ci sono io. Perché troppi videogiochi non stimolano la fantasia, vi rendono passivi e anche un po’ apatici.

 

Vietarli non sempre è utile

Vietarveli no, sarebbe inutile. La via ideale o per lo meno convincente, mi dico, è quella delle regole condivise: tempi, momenti opportuni e inopportuni. Primo fra tutti quando siamo a tavola, guardate la televisione o state per andare a letto. Meglio, magari, indirizzarvi a piccole dosi verso i video istruttivi tipo quelli che ho sbirciato con te,  sorella mentre guardavi una certa Teddy  che ti spiega come usare una penna magica ricevuta per la promozione: con filamenti colorati ti permette di costruire bellissimi anelli, piccole renne, fiori e anche hamburger con tanto di ketchup. Oppure una convincente Lady, autentica miniera di creatività, ma  anche perfetto prodotto commerciale.  

 

Un aiuto dal buonsenso

A volte, però, capita che le regole vengano da sole. Che, con faccia soddisfatta, la bambina dica “Io e mio fratello abbiamo fatto un patto: per tre giorni niente giochi elettronici. E chi non lo rispetta deve dare tre euro all’altro”. “Ah, benissimo. Sono proprio contenta”. Messaggio ricevuto, allora. Ma ecco il primo stop. Oggi, la bambina non può uscire, la tracheite la tormenta, giornata in casa. “Posso guardare qualche video sul tablet? Così imparo come si costruiscono i finti pancakes con i filamenti….”. “E il patto?” “Ehm, sì è vero, ma tanto mio fratello ora non mi vede perché è fuori. E comunque, per favore, non dirgli che  guardo i video perché io, tre euro da dargli, mi sa proprio che non li ho”.

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2 Comments
  • Daniele Mauro Guainazzi

    13 Settembre 2016 at 15:51 Rispondi

    Quando si parla di bambini e tecnologia, alzo sempre le orecchie.
    Da ragazzino, mio padre, con l’avvallo di mia madre, mi hanno proibito fino ai 16 anni l’utilizzo dei computer.
    Ad oggi, parte del mio lavoro è strettamente legato all’informatica che è diventata con gli anni, un mio campo di specializzazione.
    Sarà un caso?
    Meditate gente
    Meditate. 😉

    • Roberta Chessa

      14 Settembre 2016 at 13:37 Rispondi

      L’ideale sarebbe non far fare ai ragazzi un uso esagerato dei dispositivi elettronici. E dare sempre un’occhiata di controllo.

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